giovedì 3 dicembre 2009

Una nazione da sciogliere - Cecilia Sala

Copio l' interessante articolo "Una nazione da sciogliere" di Cecilia Sala.

E consiglio di leggere il suo blog: http://lavoce2009.ilcannocchiale.it/

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Una nazione da sciogliere

di Cecilia Sala

Ma quali regioni, comuni o assemblee di condominio? C'è un'intera nazione da sciogliere per infiltrazioni mafiose. Capisco che le dimissioni non siano piu' di moda, ma ormai il nostro parlamento somiglia alla sceneggiatura di un film su "Corleone anni '70-'80".

Temo che buona parte degli italiani debbano tornare in massa alle scuole elementari, non sanno fare le addizioni, uno scandalo gli fa dimenticare il precedente e così invece di sommarli e arrivare a una conclusione si preferisce dimenticare. Ma quando si parla di mafia non si può permettere che quest'amnesia contagiosa, tipica del bel paese, si sostituisca alla voglia, anzi alla necessità, di conoscere la verità e di avere giustizia.
Per tirare le somme è sufficiente sbirciare tra le poltrone del parlamento.
La seconda carica dello stato è accusata da un pentito di aver incontrato, piu' di una volta, i boss di Brancaccio, i fratelli Graviano, quelli che hanno fatto saltare in aria una decina di persone nel '93, e che sembrano essere coinvolti anche nelle stragi del 1992. Il nostro stato(per fortuna) è garantista, per adesso sono solo parole, e per quanto Spatuzza sembri abbastanza credibile, la sua attendibilità deve ancora essere confermata, come le sue dichiarazioni. E' strano però pensare che proprio Schifani, nonostante fosse "solo" un avvocato amministrativista, potesse vantare tra la sua clientela, personaggi come Lo Sicco, il costruttore del palazzo abusivo(costruito grazie a un' autorizzazione ottenuta in cambio di mazzette) abitato dai mafiosi piu' sanguinari di Cosa Nostra, da Brusca a Bagarella a Bontante. Lo Sicco è condannato, con sentenza definitiva, per corruzione, truffa e rapporti con l'organizzazione mafiosa. Sarà proprio un senatore di Forza Italia a introdurre una norma che va a pennello alla situazione di Piazza Leoni e il palazzo abusivo usufruirà della sanatoria.
L'alone di mistero sui rapporti del presidente del senato con le organizzazione mafiose, non si ferma alla vicenda di Lo Sicco. Il presidente Schifani faceva parte della Sicula Brokers, una società con 5 soci arrestati, tra cui il vicepresidente. Anche nel condominio non si fa mancare gli arresti per mafia e a costruire il palazzo in cui risiede è proprio colui che ha curato la latitanza di Totò Riina.
Schifani non rischia di soffrire di solitudine, anzi è in ricca compagnia, e non solo tra le fila del Pdl, il senatore Udc Salvatore Cuffaro(un serbatoio di voti per il suo partito) ha già una condanna per favoreggiamento ai singoli mafiosi e, per non farsi mancare nulla, avrebbe anche svelato informazioni coperte dal segreto, avvisando un indagato delle indagini a suo carico. Adesso per lui c'è una novità, il rinvio a giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa.
Di Cosentino abbiamo già parlato, ma era impossibile non citarlo, non si può ignorare una richiesta di arresto che spiega come il sottosegretario fosse a completa disposizione dei clan da quando era un social-democratico, ne le inquietanti modalità di gestione dei rifiuti da parte di società pubblico-private, o meglio, Cosentino-Casalesi.

Nei telegiornali(i pochi che accennano a qualcosa) nelle trasmissioni tv, e nei quotidiani, si sente parlare della trattativa del '92, ma sarebbe piu' corretto chiamarla trattativa '92-2009. Sarà l'ennesima casualità, ma si sta pensando a una modifica della legge sulla confisca dei beni, non saranno piu' destinati ad associazioni come Libera, bensì venduti, con l'alta probabilità che finiscano nelle mani degli stessi mafiosi a cui sono stati confiscati. Casualità anche che Farina(il giornalista radiato dall'albo che collaborava con Pollari e gli 007 del Sismi), dai microfoni di Radio Radicale, paragoni il 41bis a una forma di disumana tortura. Bizzarro che Farina sembri favorevole a realizzare uno dei punti del papello proprio quando Spatuzza comincia a cantare e si rischia che i Graviano si uniscano al coro.

Tra tutti i personaggi che potrebbero essere legati alle organizzazioni criminali, quelli che hanno piu' motivo di preoccuparsi sono certamente Berlusconi e il degno braccio destro, Marcello Dell'Utri, che reputano "uno spreco" la riapertura delle indagini sui fatti del'92-'93 e tremano come foglie ogni volta che Spatuzza apre bocca. Dell'Utri ha già una condanna a 9 anni per concorso esterno, e fra due giorni Spatuzza depone a Torino per il suo processo d'appello. Il neo-pentito(che quel complottista del presidente della Camera definisce una bomba atomica) racconta che Forza Italia era il nuovo partito nazionale a disposizione della mafia, dice che ci sarebbe l'ombra del premier dietro alle stragi del '93, che furono in parte le casse della mafia a finanziare le società dell'attuale presidente del consiglio e su questo stanno rimpatriando(tramite Massimo C.) anche le carte di Vito Ciancimino che erano custodite all'estero, sembra rispuntare l'ipotesi che la Fininvest riciclasse capitali mafiosi, che era stata in precedenza avanzata dalla Procura palermitana.
Le condizioni non sembrano ottimali, ma Dell'Utri non si lascia intimorire e nell'intervista dall'Annunziata liquida tutto come menzogne, sia le nuove accuse sia le vecchie per le quali è stato condannato, poi ci illumina dicendo che il reato di concorso esterno in associazione mafiosa non dovrebbe esistere, cioè che tutti i politici, imprenditori, professionisti o forze dell'ordine che favoriscono ripetutamente la mafia invece di combatterla e sono a completa disposizione dei clan dovrebbero restare impuniti? il solito conflitto d'interessi. E infine non si dimentica di rammentarci le gesta eroiche dello stalliere Mangano.

Quello che Mr.B raccontava quest'estate è la semplice verità, nonostante tutto il presidente del consiglio Berlusconi passerà alla storia come il capo di Governo che ha messo fine alla guerra tra Mafia e Magistratura che va avanti ormai da decenni, eliminando per sempre la grande piaga che da troppo tempo affligge il nostro paese: La magistratura appunto.


Cecilia Sala

venerdì 27 novembre 2009

VAURO a Pescara

Stasera al teatro Sant'Andrea ci sarà l'incontro "S'informi chi può" con il vignettista Vauro e Giulietto Chiesa.. ingresso gratuito!
Non mancherò.. non dovete mancare!!

Presto, un dottore! - Sonia Alfano

Calendario dei Santi Laici

Una bellissima idea alla sua quarta edizione, dediacata all'agenda rossa di Paolo Borsellino. Trovo che sia qualcosa di stupendo, io ho provveduto subito a scaricarlo e lo stamperò presto in modo da porterlo appendere e rendere omaggio con i pensieri a tutti gli eroi di questo paese, ogni giorno che lo guarderò.
Si può acquistare a prezzo libero nella version da tavolo o scaricare gratis a questo indirizzo:

http://www.santilaici.it/Calendario_santi_laici_free.pdf

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mercoledì 25 novembre 2009

Un altro pentito accusa Berlusconi: "Ebbe un ruolo nelle stragi del '93"


Leggi l'articolo di Francesco Viviano - La Repubblica 24.11.09


http://19luglio1992.com/index.php?option=com_content&view=article&id=2107:un-altro-pentito-accusa-berlusconi-qebbe-un-ruolo-nelle-stragi-del-93q&catid=20:altri-documenti&Itemid=43
Copio-Incollo qui le parole di Salvatore Borsellino riguardo la partecipazione del Popolo delle Agende Rosse alla manifestazione del 5 Dicembre prossimo a Roma.

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Ci ho riflettuto a lungo ma alla fine ho capito che non possiamo non partecipare alla manifestazione del 5 Dicembre a Roma. La spinta finale a questa decisione è stato l'incontro a Londra con i ragazzi italiani costretti a lasciare un paese che non riesce ad assicurare loro un lavoro per andare a lavorare in Inghilterra, costretti a lasciare il loro paese per andare in un "altro paese" a cercare una stampa libera, dei mezzi di informazione non monopolizzati e asserviti, un parlamento in grado di votare delle leggi, una democrazia e non un regime mascherato da democrazia, un paese governato da un premier e non da un satrapo, un paese nel quale la legge è, per quanto possibile, ancora eguale per tutti, un paese in cui i magistrati sono rispettati e non vilipesi e quotidianamente aggrediti e minacciati, un paese in cui le leggi che vengono votate servano per tutti e non per uno soltanto. E che purtroppo in questo paese devono anche subire lo scherno di chi non riesce a capacitarsi di come gli Italiani abbiano potuto scegliere e continuino in buona parte a sostenere un uomo, il capo del Governo, che per loro è un personaggio da operetta mentre in realtà, per noi, è il protagonista e l'artefice della nostra tragedia.
Non è stata un decisione semplice la mia, personalmente ritengo che continuare ad accusare il presidente del Consiglio di frequentazioni di minorenni, di utilizzo di prostitute pagate dai suoi lacchè, di compenso di prestazioni sessuali tramite nomina a posti di governo e via andando non sia che una maniera di far perdere di vista il vero problema, cioè che questo governo sta continuando a pagare le cambiali di una trattativa conclusa con la criminalità organizzata e condotta da una delle due parti a forza di bombe e di stragi per alzare il prezzo della trattativa stessa e indurre, chi aveva avuto l'oscena idea di avviare questa trattativa ad una resa incondizionata.
Si continua a discutere di processo Mills, di processo breve, di lodi di vario nome, quando il vero problema è che chi è alla guida del governo dovrebbe essere indagato per essere uno dei mandanti occulti delle stragi del '92 e del '93 e dovrebbero essere messi alla luce i suoi rapporti con la criminalità organizzata. Quella criminalità organizzata che oggi gode i frutti di quella trattativa e che farebbe fare la fine di Salvo Lima a chi i patti stipulati non li rispettasse fino all'ultimo.
Questa manifestazione non è organizzata dai partiti, è nata spontaneamente dalla rete, dall'iniziativa di alcuni bloggers, e noi che dalla rete siamo partiti e che che la rete utilizziamo come base operativa per le nostra battaglie, che utilizziamo la rete come i partigiani utilizzavano le montagne, non possiamo restare nelle nostre postazioni ad osservare i nostri compagni che si buttano in questa battaglia.
Dobbiamo prendere le nostre armi, le nostra agende rosse levate in alto, e andare a combattere anche noi. Abbiamo combattuto e abbiamo vinto a Palermo, abbiamo impedito agli avvoltoi di posarsi ancora sul luogo della strage, abbiamo combattuto e abbiamo vinto a Roma, da soli con le nostre Agende Rosse abbiamo riempito delle nostra grida di RESISTENZA le strade e le piazze di Roma, ora, come un corpo speciale, dobbiamo scendere in mezzo agli altri ed essere riconoscibili per evitare che la manifestazione venga strumentalizzata dai partiti, ancora una volta dobbiamo essere noi a strumentalizzare loro.
Questa è una manifestazione della Società Civile e la presenza del nostro simbolo, l'Agenda Rossa, servirà a riaffermarlo.
Noi non chiediamo le dimissioni di Berlusconi, chiediamo che Berlusconi possa essere processato per i suoi crimini e le nostre Agende Rosse saranno in piazza per proteggere quei magistrati che anche sui suoi crimini stanno indagando e che per questo sono ad alto, altissimo rischio.
Noi dobbiamo essere la loro scorta.

Salvatore Borsellino

giovedì 19 novembre 2009

Un Natale tutto speciale

Fonte: http://www.ilpopolodelleagenderosse.it/



E’ con immenso piacere che Il popolo delle Agende Rosse e’ convocato alle ore 11 del 12 Dicembre in Via d’Amelio, a Palermo.
Di nuovo in via d’Amelio per incontrarci e festeggiare insieme il Natale.
Non dimenticate le vostre Agende e questa volta dovrete anche procurarvi un’agendina o un cartoncino rosso su cui lasciare un vostro pensiero da utilizzare come addobbo dell’Albero che dal 19 luglio del 2009 ha visto fiorire giorno dopo giorno nuovi resistenti nel Paese per cui Paolo Borsellino, la sua scorta e come loro tante altre persone, hanno dato la vita.


http://www.ilpopolodelleagenderosse.it/2009/11/17/un-natale-tutto-speciale/

mercoledì 4 novembre 2009

BERLUSCONI, MINACCE SU FACEBOOK

di Antonio Di Carlo


E’ vero che Berlusconi non è l’unico, sul social network Facebook, ad essere preda di gruppi che auspicano la morte di qualcuno. Ne esistono infiniti, rivolti ai più diversi personaggi, dai cantanti agli attori, dai parlamentari a sconosciuti professori di scuole di periferia. O ancora, passando per il gruppo “A morte Marco Travaglio”. Eppure “Uccidiamo Berlusconi” (poi diventato “Uccidiamo politicamente Berlusconi”) assume obiettivamente contorni diversi. Forse uno scherzo, forse un’esagerazione, certo non una notizia degna di allarme tanto da meritare la prima pagina di un quotidiano (vedi Libero e Il Giornale), ma pur sempre un cattivo modo di esprimersi. Prima di tutto perché rischia di far tornare i fantasmi degli anni di piombo con tutta la strategia del terrore che racchiudevano (le cui stragi e sequestri e uccisioni tra l’altro non hanno portato a nessun cambiamento significativo né positivo). Secondo, non può non spaventare anche solo per un istante il pensiero che qualche folle, magari stimolato da questo, possa davvero arrivare ad uccidere il presidente del Consiglio. Certamente la frase di Matteo Mezzadri, giovane dirigente del Pd di Modena, “Possibile che nessuno sia in grado di ficcare una pallottola in testa a Berlusconi” pubblicata sul suo profilo Facebook è stata un errore, dovuto probabilmente all’ingenuità del ragazzo, che prontamente si è scusato e dimesso dal suo ruolo.

Non è difficile comprendere il malessere e il rancore verso Berlusconi: io capisco entrambi. Eppure dalla sua morte, per mano omicida, cosa verrebbe fuori? Un’ Italia senza la sua presenza, certo, ma con l’ombra costante di un martire, con una Storia che in futuro verrebbe insegnata dipingendolo con il pietismo di ogni morte inattesa e ingiusta, per cui ci si dimentica abilmente degli errori commessi dalla vittima.

Il malessere e il rancore non troverebbero forse più soddisfazione nel vederlo, in vita, condannato o costretto a fuggire, magari ad Hammamet sotto una pioggia di monetine?

STEFANO CUCCHI, UN RAGAZZO

di Antonio Di Carlo

I suoi genitori chiedono chiarezza, vogliono capire perché la vita del loro figlio sia terminata tra le mura di un carcere. Stefano Cucchi era un ragazzo di 31 anni, fermato dai Carabinieri perché trovato in possesso di venti grammi di marijuana il 15 Ottobre scorso. Un primo certificato di morte attestava che questa fosse avvenuta per “presunta morte naturale”. La famiglia tuttavia non ha creduto a questa tesi, specie dopo aver visto il corpo del figlio a seguito dell’autopsia ed ha deciso di rendere pubbliche le foto del giovane. Pochi scatti, ma eloquenti, che mostrano un viso irriconoscibile: occhi gonfi, lacerazioni, contusioni. E ancora, fratture alla spina dorsale, al coccige, alla mandibola. Non è ancora ben delineata la dinamica dei fatti, quello che è certo è che la procura di Roma si è mossa per il reato di omicidio preterintenzionale a carico di ignoti. Ed è proprio questo “a carico di ignoti” a far indignare i genitori di Stefano, che attraverso il loro legale si chiedono come possano essere definiti tali coloro che lo hanno avuto in custodia e in cura. Intanto il ministro della Difesa La Russa si dice “certo del comportamento assolutamente corretto da parte dei Carabinieri in questa occasione”.

Una certezza che spaventa e riporta alla memoria episodi passati. Una convinzione di non colpevolezza che sembra nascere a priori verso la più grande delle forze armate italiane. Come se ormai sia naturale il pensiero per cui il giusto è da un lato, sempre lo stesso, e tutto il resto sia un crimine fuori da ogni dubbio, indegno di qualsiasi perplessità. Vero è che Stefano Cucchi portava con sé venti grammi di marijuana. Vero anche che Federico Aldrovandi aveva assunto droghe, vero che Gabriele Sandri si era reso partecipe di una rissa tra tifoserie, vero che Maurizio Tortorici non si era fermato all’alt della Polizia Stradale ed aveva così fatto nascere un inseguimento. Ma questo forse giustifica a priori questi interventi delle forze dell’ordine? Il fatto che una persona si renda colpevole di un crimine giustifica la morte della stessa? Giustifica i pestaggi e le percosse?

Personalmente non ho mai provato odio nei confronti delle forze dell’ordine né comincerò a provarne oggi dopo aver sofferto vedendo quel che resta del corpo martoriato di Stefano. Il mio modo di condannare chi negli stadi urla cori infami contro la Polizia o sporca mura con la scritta A.C.A.B. rimane lo stesso di sempre. Perché nessuno può permettersi la presunzione e la viltà di offendere un’istituzione che ci ha regalato Emanuele Basile, Vito Schifani, Emanuela Loi e ancora e ancora. Affermare che “tutti i poliziotti sono bastardi” è dare del bastardo anche a chi ha dato la vita combattendo per il nostro benessere. Il nostro dovere è indignarci verso la parte malata di qualsiasi istituzione, senza generalizzare mai, pretendere la verità e colpevolizzare i colpevoli senza buonismi. E ancora, indignarci quando un ministro si dice sicuro dell’assoluta correttezza di comportamento, ovvero ritiene fuori da ogni dubbio che la morte di un ragazzo sia imputabile esclusivamente al fato.

Alla fine l’ingiustizia di questa società non ha mai vergogna di mostrarsi. E con un sorriso beffardo ci regala l’immagine di mafiosi condannati all’ergastolo che in carcere sorseggiano champagne gustando una cena a base di pesce, mentre dei giovani ragazzi, ricchi di desideri, al primo -forse ingenuo forse banale- errore che commettono, macchiano la terra del loro sangue.
Non è forse ora di indignarsi concretamente verso chi, realmente, disegna questa vergognosa realtà?

giovedì 29 ottobre 2009

"Premio Nazionale Paolo Borsellino"


Fonte: http://www.ilpopolodelleagenderosse.it/2009/10/29/agenda-rossa-in-movimento-aderite/


Cari amici del Popolo delle Agende Rosse,
abbiamo due comunicazioni da farvi:

1) Domani, venerdì 30 ottobre 2009 alle ore 11, l’agenda rossa sarà a Teramo in Piazza Martiri a contestare Mastella e la presentazione del suo libro organizzata all’interno dell’evento “Premio Nazionale Paolo Borsellino
Chi vuole partecipare e volesse informazioni può scrivere a popolodelleagenderosse@gmail.com (redazione del sito) e alessandrok38@libero.it ( meetup di Macerata – coordinatore della protesta)

2) Lunedì 2 novembre 2009, alle ore 11, l’agenda rossa sarà a Pescara, nella sala consiliare della Provincia, per contestare la presenza di Gasparri al Premio Nazionale Paolo Borsellino. Per info scrivete a popolodelleagenderosse@gmail.com e mdp2731968@libero.it (coordinatore della protesta)

Spero sarete in tanti, e che farete tante foto, tanti video e… ovviamente, RESISTENZA!

p.s.: questo è il programma completo della manifestazione:
http://www.premioborsellino.it/files/programma_2009.pdf

Articolo So.Ha

Copio l'articolo che ho scritto per il sito dell'associazione So.Ha di cui faccio parte.
http://www.sohapescara.org/index.php?option=com_content&view=category&layout=blog&id=54&Itemid=125


L'illegittimità del Lodo Alfano. Reazioni e delegittimazioni dalla maggioranza

di Antonio Di Carlo

Il disegno di legge presentato dal ministro della giustizia Angelino Alfano il 26 giugno 2008, approvato dalle Camere meno di un mese dopo e prontamente firmato dal Presidente della Repubblica, mirava a “tutelare l'esigenza assoluta della continuità e regolarità dell'esercizio delle più alte funzioni pubbliche”. Il testo comprendeva, per le quattro più alte cariche, la sospensione dei processi penali. Il giudice del processo dei diritti Mediaset e quello del processo a David Mills, dopo aver accolto il ricorso del pm Fabio De Pasquale, hanno presentato la pronuncia sulla costituzionalità della legge alla Corte Costituzionale. Il 7 ottobre scorso, per nove voti a sei, il Lodo Alfano veniva considerato illegittimo per violazione degli articoli 3 e 138 della Costituzione.

Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi reagiva attaccando il Presidente della Repubblica Napolitano, dicendo di sentirsi “preso in giro” e attaccando la Corte, dichiarandola “di sinistra”.

Ora, al di là della decisione di costituzionalità, quello che spinge i cittadini a riflettere sono queste dichiarazioni di Berlusconi, ormai diventate retoriche, in cui il tentativo è quello di delegittimare qualunque ente o rappresentante che non condivida e critichi l’operato del governo. Che si tratti di delegittimare la Corte Costituzionale, la Magistratura o il Presidente della Repubblica il fine politico sembra essere evidente: creare una condizione di insoddisfazione popolare e populista in modo sia di distrarre l’attenzione dalle decisioni che questi prendono sia per conservare quel consenso degli elettori che continuano a vedere il Presidente del Consiglio come un perseguitato, una vittima di un complotto dell’opposizione.

Eppure a destare preoccupazione sono proprio queste dichiarazioni, inopportune e irragionevoli, in cui viene minacciato l’operato della giustizia e la personale valutazione di chi è chiamato ad esprimersi. Berlusconi e Ghedini (deputato del PDL e avvocato del premier) che si lamentano di un Presidente della Repubblica che “avrebbe dovuto interloquire nelle fortissime polemiche che ci sono state nei giorni precedenti la decisione della Corte” mostrano una realtà inquietante in cui lo stesso Napolitano viene rimproverato per la sua poca influenza esercitata.

E’ così che per reazione inevitabilmente nascono servizi come quello andato in onda a Mattino 5, in cui si cerca senza successo di rappresentare negativamente il giudice Raimondo Mesiano che ha condannato la Fininvest al risarcimento di 750 milioni di euro alla Cir di De Benedetti. Inevitabilmente si continuano a regalare al proprio elettorato percentuali e sondaggi privi di fonti dimostrative, inevitabilmente si prosegue nel respingere ogni legittima accusa come tesa esclusivamente ad infangare e calunniare il governo in carica.

Inevitabilmente il primo obiettivo del governo appare continuare a delegittimare.

Per sopravvivere, delegittimare.

sabato 10 ottobre 2009

Salvatore Borsellino - Pescara

Mi scuso per la bassa qualità video, ma avevo con me soltanto la fotocamera.. questa è una breve parte dell'intervento di Salvatore Borsellino al convegno "Libertà di stampa e cittadinanza attiva" che si è svolto all'università di Pescara il 10 ottobre scorso.



giovedì 8 ottobre 2009

Libertà d'informazione e cittadinanza attiva - con Salvatore Borsellino

Oggi pomeriggio, alle 16.30 presso l'università G. D'Annunzio di Pescara, si terrà il convegno "Libertà d'informazione e cittadinanza attiva" con Claudio Messora e Salvatore Borsellino.

Lodo Alfano: incostituzionale!

Ieri sera la Corte Costituzionale ha giudicato incostituzionale il Lodo Alfano per violazione degli articoli 3 e 138 della Costituzione italiana. Pertanto potranno essere ora avviati o ripresi i processi contro Berlusconi: corruzione dell'avvocato Mills, compravendita dei diritti televisivi, corruzione di senatori per far cadere il governo Prodi.
Le dichiarazioni di Berlusconi sono sempre le stesse: magistratura politicizzata, corte di sinistra, complotti contro di lui. Staremo a vedere cosa cercherà di inventarsi, insieme ai suoi intimi avvocati-deputati-senatori, per sfuggire ancora una volta ai processi.
Personalmente temo la prescrizione, per il resto (specie il caso Mills) il destino è già scritto.

lunedì 28 settembre 2009

La manifestazione è andata bene, sono venute tantissime persone a gridare la loro rabbia e il desiderio di verità e giustizia. Dal coro "Fuori la mafia dallo Stato" è stato accompagnato il lungo corteo partito da Piazza Bocca della Verità, tra molte agende rosse levate al cielo.

giovedì 24 settembre 2009

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di Salvatore Borsellino

A Paolo Palermo non piaceva, ma imparò ad amarla per poterla cambiare e per la sua città e per l’Italia tutta ha sacrificato la sua vita.

A noi questa Italia che a 17 anni dal suo sacrificio non ha ancora ne’ saputo ne’ voluto trovare i veri responsabili di quella strage, non piace, ma la amiamo profondamente e vogliamo che il sogno di Paolo si realizzi, vogliamo sentire quel fresco profumo di libertà per cui Paolo e suoi ragazzi sono andati coscientemente incontro alla morte e non quel puzzo di compromesso morale, di indifferenza, di contiguità e di complicità che oggi ammorba il nostro paese.

Vogliamo poter chiamare eroi Agostino, Claudio, Emanuela, Vincenzo e Walter e non che qualcuno ardisca chiamare con questo nome un assassino come Vittorio Mangano, anche se di eroi vorremmo che il nostro paese non avesse mai più bisogno.

Vogliamo vivere in un paese in cui la legge sia eguale per tutti e non in un paese in cui c’è una legge per i potenti e una legge per i deboli, vogliamo vivere in un paese che rispetti i sacri principi della nosta Costituzione, non che li stravolga e che stravolga i principi morali, di solidarietà, di accoglienza che da sempre hanno contraddistinto il nostro
popolo.

Vogliamo vivere in un paese in cui sia rispettato il principio stabilito dai Padri Costituenti della separazione dei poteri dello Stato e non in un paese in cui i Magistrati vengano quotidinamente accusati dal Presidente del Consiglio di essere dei deviati mentali. E vogliamo che questo sia “questo paese” e non “un altro paese“.

Se oggi tanti dei nostri giovani hanno ricominciato a incitare alla RESISTENZA vuol dire che sentono che il nostro paese sta sempre più scivolando verso il baratro di un regime e che sono pronti a lottare perchè il loro futuro sia un futuro di LIBERTA‘, di VERITA‘ e di GIUSTIZIA.

mercoledì 23 settembre 2009

Roma - Manifestazione 26 settembre 09

Questa manifestazione è la continuazione ideale di quella che abbiamo fatto il 20 luglio davanti al palazzo di Giustizia di Palermo in sostegno di quei magistrati che, a rischio della propria vita, stanno combattendo per arrivare alla Verità sulle stragi del '92 e del '93. Non dobbiamo dare tregua agli assassini ed ai loro complici. Dovremo esserci tutti, quelli che abbiamo scalato sotto il sole le rampe che portano al Castello Utveggio portando un pezzo di Paolo dentro il nostro cuore, tutti quelli che eravamo in via D'Amelio quando all'ora della strage per un interminabile minuto si sono sentiti solo i battiti dei nostri cuori, tutti quelli che abbiamo percorso le vie di Palermo che ci portavano alla Magione levando in alto le nostre agende rosse e tutti quelli che abbiamo gridato la nostra rabbia e la nostra voglia di Verità davanti al palazzo di Giustizia.

E ci saranno tanti altri ancora, tutti quelli che in tante piazze d'Italia hanno urlato insieme a noi la nostra sete di Verità e di Giustizia, e avremo ancora in mano la nostra agenda rossa, un'agenda rossa che ora fa paura a tutti. Mobilitiamoci tutti, ognuno di noi si impegni a far venire quante altre persone può, in una catena che non deve avere fine. Adesso hanno paura e si stanno muovendo, cominciano a muovere le loro pedine, Rutelli, Violante, il PG di Caltanissetta Barcellona, noi dobbiamo agire più rapidamente di loro, impedire che fermino Sergio Lari, Antonio Ingroia, Nino Di Matteo, non lasciamoli soli, impediamo che chiudano la bocca a Massimo Ciancimino, che si muova il CSM, facciamogli capire che dovranno passare sui nostri corpi, che dopo 17 anni non ci lasceremo strappare ancora una volta la verità. Il nostro grido di RRRESISTENZAAAAA deve essere un urlo nelle loro orecchie, un urlo gridato da vicino, sotto le finestre di quei palazzi in cui sono in tanti a sapere ed ad avere occultato la verità. Il 19 luglio in via D'Amelio abbiamo fatto scoccare la scintilla, ora è necessario l'incendio.

Salvatore Borsellino