mercoledì 4 novembre 2009

BERLUSCONI, MINACCE SU FACEBOOK

di Antonio Di Carlo


E’ vero che Berlusconi non è l’unico, sul social network Facebook, ad essere preda di gruppi che auspicano la morte di qualcuno. Ne esistono infiniti, rivolti ai più diversi personaggi, dai cantanti agli attori, dai parlamentari a sconosciuti professori di scuole di periferia. O ancora, passando per il gruppo “A morte Marco Travaglio”. Eppure “Uccidiamo Berlusconi” (poi diventato “Uccidiamo politicamente Berlusconi”) assume obiettivamente contorni diversi. Forse uno scherzo, forse un’esagerazione, certo non una notizia degna di allarme tanto da meritare la prima pagina di un quotidiano (vedi Libero e Il Giornale), ma pur sempre un cattivo modo di esprimersi. Prima di tutto perché rischia di far tornare i fantasmi degli anni di piombo con tutta la strategia del terrore che racchiudevano (le cui stragi e sequestri e uccisioni tra l’altro non hanno portato a nessun cambiamento significativo né positivo). Secondo, non può non spaventare anche solo per un istante il pensiero che qualche folle, magari stimolato da questo, possa davvero arrivare ad uccidere il presidente del Consiglio. Certamente la frase di Matteo Mezzadri, giovane dirigente del Pd di Modena, “Possibile che nessuno sia in grado di ficcare una pallottola in testa a Berlusconi” pubblicata sul suo profilo Facebook è stata un errore, dovuto probabilmente all’ingenuità del ragazzo, che prontamente si è scusato e dimesso dal suo ruolo.

Non è difficile comprendere il malessere e il rancore verso Berlusconi: io capisco entrambi. Eppure dalla sua morte, per mano omicida, cosa verrebbe fuori? Un’ Italia senza la sua presenza, certo, ma con l’ombra costante di un martire, con una Storia che in futuro verrebbe insegnata dipingendolo con il pietismo di ogni morte inattesa e ingiusta, per cui ci si dimentica abilmente degli errori commessi dalla vittima.

Il malessere e il rancore non troverebbero forse più soddisfazione nel vederlo, in vita, condannato o costretto a fuggire, magari ad Hammamet sotto una pioggia di monetine?

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