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L'illegittimità del Lodo Alfano. Reazioni e delegittimazioni dalla maggioranza
di Antonio Di Carlo
Il disegno di legge presentato dal ministro della giustizia Angelino Alfano il 26 giugno 2008, approvato dalle Camere meno di un mese dopo e prontamente firmato dal Presidente della Repubblica, mirava a “tutelare l'esigenza assoluta della continuità e regolarità dell'esercizio delle più alte funzioni pubbliche”. Il testo comprendeva, per le quattro più alte cariche, la sospensione dei processi penali. Il giudice del processo dei diritti Mediaset e quello del processo a David Mills, dopo aver accolto il ricorso del pm Fabio De Pasquale, hanno presentato la pronuncia sulla costituzionalità della legge alla Corte Costituzionale. Il 7 ottobre scorso, per nove voti a sei, il Lodo Alfano veniva considerato illegittimo per violazione degli articoli 3 e 138 della Costituzione.
Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi reagiva attaccando il Presidente della Repubblica Napolitano, dicendo di sentirsi “preso in giro” e attaccando la Corte, dichiarandola “di sinistra”.
Ora, al di là della decisione di costituzionalità, quello che spinge i cittadini a riflettere sono queste dichiarazioni di Berlusconi, ormai diventate retoriche, in cui il tentativo è quello di delegittimare qualunque ente o rappresentante che non condivida e critichi l’operato del governo. Che si tratti di delegittimare la Corte Costituzionale, la Magistratura o il Presidente della Repubblica il fine politico sembra essere evidente: creare una condizione di insoddisfazione popolare e populista in modo sia di distrarre l’attenzione dalle decisioni che questi prendono sia per conservare quel consenso degli elettori che continuano a vedere il Presidente del Consiglio come un perseguitato, una vittima di un complotto dell’opposizione.
Eppure a destare preoccupazione sono proprio queste dichiarazioni, inopportune e irragionevoli, in cui viene minacciato l’operato della giustizia e la personale valutazione di chi è chiamato ad esprimersi. Berlusconi e Ghedini (deputato del PDL e avvocato del premier) che si lamentano di un Presidente della Repubblica che “avrebbe dovuto interloquire nelle fortissime polemiche che ci sono state nei giorni precedenti la decisione della Corte” mostrano una realtà inquietante in cui lo stesso Napolitano viene rimproverato per la sua poca influenza esercitata.
E’ così che per reazione inevitabilmente nascono servizi come quello andato in onda a Mattino 5, in cui si cerca senza successo di rappresentare negativamente il giudice Raimondo Mesiano che ha condannato la Fininvest al risarcimento di 750 milioni di euro alla Cir di De Benedetti. Inevitabilmente si continuano a regalare al proprio elettorato percentuali e sondaggi privi di fonti dimostrative, inevitabilmente si prosegue nel respingere ogni legittima accusa come tesa esclusivamente ad infangare e calunniare il governo in carica.
Inevitabilmente il primo obiettivo del governo appare continuare a delegittimare.
Per sopravvivere, delegittimare.
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