martedì 2 novembre 2010

Canzone Rap per Sarah Scazzi (contro l'accanimento mediatico nei suoi confronti)

Ho ricevuto tantissime critiche dopo la pubblicazione di questo video su youtube. Critiche in cui mi si accusava di speculare anche io sulla morte di Sarah e di essere allo stesso livello di quel giornalismo che critico nella canzone.
Copio-incollo qui sotto quello che ho risposto nella descrizione del video.
Poi ognuno è libero di pensare come meglio crede e ogni critica, purchè costruttiva, è ben accetta.

"Non sono d'accordo sul fatto che questa canzone, critica verso la speculazione mediatica, si inserisca nello stesso sistema di ulteriore e cinica violenza verso Sarah. No, perchè rimanere in silenzio verso giornalisti e programmi che senza dignità continuano a dosare quotidianamente lo sdegno del pubblico, è legittimarli. Quindi piuttosto credo che bisogni riflettere su questo modo di attrarre il pubblico che dai tempi del piccolo Alfredo Rampi si è andato sempre più consolidando e invitare gli altri a riflettervi, affinchè sempre più persone spengano il televisore davanti a programmi come Quarto Grado o L'Arena o Pomeriggio 5. Solo così in futuro non si ripeterebbe questa ulteriore violenza, solo privandoli dei loro ascolti: si basa tutto su sponsor che pagano dai 20mila ai 70mila euro per 30 secondi di pubblicità tra una rivelazione e un'intervista. Senza pubblico gli sponsor non pagano e senza soldi la trasmissione non va in onda o è costretta a trattare altri argomenti che interessino il pubblico.
Quindi No, il rispetto NON è il silenzio, questa è indifferenza. Il rispetto è PRETENDERE IL SILENZIO, pretenderlo da chi senza nessuna vergogna stupra l'intimità di una bambina, leggendo in diretta i suoi diari, pretenderlo da chi si diverte a vestire i panni della magistratura, contando non sulla legge e gli accertamenti di chi è competente, ma sul populismo e sull'emotività delle persone.
Io non mi sento parte di questo accanimento. La mia è una riflessione qualunque, di quelle che si fanno al bar. Una riflessione in rima, su una base, ma comunque nient'altro che una riflessione, che voglio condividere e che mi auguro possa dare modo di pensare. Ma non c'è tornaconto né vorrei ce ne fosse, oltre il poter pensare che se tutti ci fermassimo a considerare a che punto è arrivata la cinica curiosità, magari in futuro situazioni televisive come quelle di oggi non si ripeterebbero.
buon ascolto!

Antonio"


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